- by Conscious Journeys
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Sileno o Scimmia dalla barba bianca, una delle tante espressioni della vita nel sud dell’India
La ricchezza delle forme viventi, l’infinita varietà delle piante e degli animali, degli orizzonti e delle rocce, è la spinta che porta molti viaggiatori a lasciare la comodità di casa per andare al di là del mondo. Troppo chiusi nelle città e in piccole stanze in noi cresce il desiderio di un contatto ancestrale con la vita vera, quella fatta di terra, di sensi e di istinti. Racchiusi nei soliti pensieri e nelle solite abitudini abbiamo bisogno di aprirci al diverso, all’inaspettato.
Biodiversità è un termine ormai diffuso ma come spesso capita con le parole, quello che pensiamo di sapere è sempre un frammento, che soprattutto in India e nei paesi vicini viene spazzato via dall’esuberanza della vita.
Noi parliamo di viaggi in cui si incontrano territori e ambienti ma non ti invitiamo a vedere di fretta piante ed animali, ma a conoscere uomini e donne che nei millenni hanno plasmato la terra in cui vivevano e che a loro volto sono stati modellati dal flusso della vita di questi luoghi. Viene chiamata biodiversità culturale, un legame in cui non c’è confine tra la natura e l’essere umano, perché in fondo questa separazione è frutto della nostra mentalità occidentale e moderna, in cui crediamo di poter controllare ogni cosa con il pensiero e le macchine. Sei veramente una cosa a parte dal terreno che ti da nutrimento, dall’aria che respiri, dalle stagioni che modellano le attività e gli umori?
Un tempo, e in molti luoghi del mondo ancora, l’individuo era parte della comunità e questa a sua volta era un organismo all’interno di quello più grande che è il territorio in cui poggiavano le sue radici. In India, la spiritualità passa anche attraverso questo intimo legame con le forze benevole e malevole della natura. Non è una convivenza facile e non esistono idealizzazioni, perché la plastica e la modernità si intrufolano ovunque, sporcando ed inquinando.
Noi cerchiamo di sostenere la forza di questi antichi legami, patrimonio dell’India e dei paesi dell’Asia del Sud, ecco perché la nostra impresa non è un tour operator che permette a ricchi occidentali di viaggiare in modo “bio” ed “equo”, ma è un’impresa che si fonda sulla sensibilità umana nata a contatto diretto con alcune comunità locali
I Ghati Occidentali, luogo di intensa biodiversità naturale e culturale
Quelle che abbiamo imparato a conoscere e a sostenere meglio vivono nell’India del Sud, nella regione dei Ghati Occidentali, al tempo del colonialismo inglese terra di monocolture, di tè e di caffè. Qui però esiste un parco nazionale, quello di Mudumalai in cui vive la comunità dei Kattunayakan, con cui noi e alcuni partner collaboriamo attivamente.
Non crediamo di essere dei “salvatori”, perché crediamo di sapere come va il mondo. Noi non possiamo aiutare gli altri ma solo favorire uno scambio. In fondo siamo solo degli strumenti con una visione diversa, che possono fornire delle idee e dei mezzi economici che permettano a queste comunità di tornare ad essere protagoniste della loro relazione con il loro territorio.
Incontro con le comunità, custodi di un territorio più antico delle nostre certezze
Allora il viaggio non diventa carità o “spirito di missione” ma voglia di conoscere e di aprirsi all’Altro, perché ogni problema che incontriamo è in fondo anche il nostro problema. E ogni soluzione, condivisa e non imposta dall’alto, parla della creatività e dell’empatia che ogni essere umano nutre verso se stesso e la Natura.
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