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La parola ‘Sukhotai’, in senso letterale significa ‘alba della felicità’. Questa splendida città thailandese sorge a circa 400 chilometri di distanza dall’attuale capitale, Bangkok, a nord del Paese. Appartiene al distretto di Mueang Sukhothai, capoluogo della provincia che porta lo stesso nome.
La parte moderna della città si trova a circa 12 chilometri in direzione est rispetto al famoso Parco Archeologico di Sukhothai, dove si scorgono le rovine risalenti all’epoca della vecchia capitale dello stato omonimo, dominatore indiscusso per oltre cento anni di gran parte della regione dell’Indocina.
In base alla leggenda ufficiale, Sukhothai nacque intorno al 500 d.C e, il primo reggente di spicco fu il Re Chao Aluna Khmara, denominato anche ‘Phra Ruang’, ovvero in lingua thailandese ‘figlio del lampo’, il quale sarebbe nato, secondo il mito del tempo, dall’unione di un uomo con la leggendaria principessa Nava. Fu nel 1238 che, il capo di una tribù di thai, tale Khun Bang Klang Thao, riuscì ad ottenere l’indipendenza dall’impero dei Khmer e fondò a Sukhothai il primo impero del Siam. Il nuovo sovrano assunse il nome di Sri Indraditya e diede vita allo storico casato del Regno di Sukhothai. Inizialmente l’impero era circoscritto alla sola Sukhothai e all’adiacente città di Si Satchanalai. Si deve poi al nipote di questo re, dal nome di Ramkhamhaeng, l’unificazione dell’impero avvenuta tra il 1279 e il 1299, che includeva le regioni di Nord-est, dall’attuale Vientiane fino all’ovest dove sorge Pegu e a sud con Nakhon Si Thammarat.
Purtroppo, a causa degli errori del suo successore al trono, il Re Loei Tai, molte regioni furono perse e, lo stesso suo figlio Liu Thai, non fu capace di ripristinare gli antichi splendori del Regno. Il regno di Sukhothai, poi, intorno al 1378, fu conquistato e assoggettato dal re Boromaraja I, re del nuovo regno di Ayutthaya che nel 1438 ne decretò l’annessione ufficiale.
Nel 1658 Ayutthaya e Sukhothai furono distrutte dall’invasione birmana che devastò l’intero territorio obbligando la popolazione alla fuga. Furono necessari ben 11 anni prima che il primo re della casa regnante Chakri del regno di Rattanakosin (Regno del Siam), cominciasse a ricostruire nuovamente la città collocandola sulla sponda sinistra del fiume Yom. Purtroppo la parte centrale della città nuova fu devastata da un grande incendio nel 1968.
Sukhothai è una città incantata, costellata di templi rigorosamente edificati nel rispetto delle regole religiose al fine di preservare il legame con Nma, Naga e Meru, ovvero le acque, il serpente e la montagna consacrata.
Un insieme affascinante di architettura e natura, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, data la grande varietà di strutture particolari che la rendono unica. Essendo stata costruita come ultimo distaccamento dell’antico Regno Khmer, Sukhothai ha delle precise caratteristiche architettoniche proprie di quel tipo di cultura, sulla linea di quelle di Angkor Wat. I Thai, che presero la città nel tredicesimo secolo, ne trasformarono la conformazione urbana, che a quell’epoca si basava su una successione di cateratte e fossati, in una morfologia differente con maggiori spazi di terra piuttosto che di acqua, nonostante ancora oggi siano presenti laghi e stagni che rendono Sukhothai ancora più suggestiva.
Gli architetti urbanistici erano soliti attorniare i templi con vasche rettangolari che ricordano lo stile khmer e che promuovono il richiamo alla simbologia della barca, sinonimo di viaggio verso la salvezza che conduce al Nirvana.
Oltre alla spettacolare conformazione architettonica e al grande spessore culturale che racchiude, Sukhothai è una città estremamente affascinante anche dal punto di vista delle emozioni che suscita, un luogo che vede unirsi storia e bellezza tanto da annoverarla tra le mete più ambite per chi visita la Thailandia. Tra i templi si possono ammirare i ‘chedi’, cioè gli stupa dalla forma conica che abbelliscono i vari monumenti e che si differenziano per avere la forma di campana o di loto. Si alternano in sequenza quasi a supportare la via della fede, specialmente quando il sole sta per tramontare e il cielo si trasforma in un quadro dai tratti suggestivi.
In antichità Sukhothai aveva una parte vecchia della città innalzata tutto intorno al gruppo principale di templi, denominato Wat Mahathat. Questa parte della città era a sua volta chiusa da ben tre cinte murarie concentriche e tre fossati. Il motivo di questa fortificazione era dovuto al fatto che la città era spesso oggetto di aggressioni da parte dei birmani e dei Khmer. Fuori dalle mura della città vecchia, erano disseminate le case dove abitava il popolo. Grazie a queste ricostruzioni, si pensa che la struttura urbanistica adottata si fosse ispirata al modello originario delle cittadine Khmer. L’aspetto di questa parte della città compare anche in uno scritto del 1293 che descrive Sukhothai come una cittadina con molta vegetazione, dotata di un’area aperta per i cortei reali e disseminata di alberi da frutto tutto intorno al parco.
La forma rettangolare della parte centrale della città ne fa un gioiello unico: 1300 metri per 1800 in estensione, con quattro porte di ingresso.
Come abbiamo visto, quindi, Sukhothai è costellata di incredibili templi, molto ben conservati e che, grazie alla complessità del sito archeologico, sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità. Il Parco vero e proprio, dista circa 12 chilometri dal centro della città e può essere visitato in sella ad una bicicletta, e lo descriveremo fra poco.
Questa ridente città, tra le più ricche di storia e cultura, possiede uno tra i più bei Parchi Storici della Thailandia.
Questo meraviglioso Parco Storico, contiene i ruderi della vecchia città di Sukhothai, quando era ancora capitale dell’omonimo regno nel tredicesimo secolo. Il parco si trova nella parte sud della Thailandia settentrionale, nei pressi della città.
Radure, grandi piante e laghi circondano il sito archeologico, meta turistica di grande interesse del Paese. La parte centrale del Parco Archeologico di Sukhothai conta i ruderi di almeno 21 templi, oltre al Palazzo Reale. Tra questi il più famoso è il Wat Mahathat, l’antica cappella reale, impreziosito dalle state del Buddha sorridente.
La cinta muraria residua della città vecchia, come dicevamo, ha forma rettangolare e, ad ogni lato, si trova una porta di accesso. Nella parte esterna delle mura, oltre il fossato, sono presenti altri templi e strutture architettoniche che fanno parte del parco.
Anche le vecchie strutture idrauliche presenti nella città contribuiscono ad alimentare la ricca storia di questo centro. Il grande canale che corre intorno alle mura, un fossato che proteggeva la città dagli attacchi nemici, ha ancora un grande fascino, così come i numerosi stagni, ben 175, e i pozzi, 147, che erano riempiti regolarmente da un canale vicino e avevano la funzione di riserva di acqua. È presente anche un vecchio acquedotto con tubature di cotto smaltato. Grazie a questa importante configurazione urbana, l’acqua risulta essere un elemento molto importante del Parco Archeologico di Sukhothai. Le stesse enormi vasche che si trovano di fronte ai templi, ricoperte di fiori di loto, richiamano con forza il simbolismo buddista e la sua pregnante spiritualità.
La gestione del Parco Archeologico di Sukhothai è affidata al Dipartimento delle Belle Arti della Thailandia, sotto la tutela dell’UNESCO. Il 2 agosto del 1961, tutta l’area fu dichiarata soggetta a protezione da parte dei beni culturali e, nel 1976, fu varato il piano di recupero. L’inaugurazione si svolse nel luglio del 1988 e il 12 dicembre 1991 fu dichiarato Patrimonio dell’Umanità così come i due grandi parchi di Kampheng Phet e di Si Satchanalai.
Dentro il Parco Archeologico di Sukhothai, si trova anche il Museo di Ramkhamhaeng, che ospita una ricca collezione artistica e una grande quantità di manufatti sia originari della città che dei vari paesi vassalli oltre alla conservazione dei reperti che vengono rinvenuti nei vari scavi. Dentro il museo sono collocate diverse statue tra le quali alcune sculture Khmer, le sculture del Buddha di Sukhothai, alcune ceramiche di Sawankhalok e altri oggetti rinvenuti nella zona.
Tuttora, le comunità locali che vivono nei pressi del Parco Storico mantengono le antiche abilità che hanno affinato nei secoli e creano delicati e preziosi gioielli in argento e oro. I manufatti in ceramica sono di una bellezza molto raffinata.
Tra tutte le strutture presenti all’interno del Parco, quelle meglio conservate e degne di nota, sono ancora in buone condizioni. Vediamo insieme le più importanti.
Il cosiddetto Palazzo Reale si trova al centro del grande gruppo architettonico del Parco Archeologico di Sukhothai. Si compone di un edificio religioso, della residenza del re, ed è recintato da un fosso. Accanto al palazzo Reale, posizionato ad ovest, si erge il santuario destinato al re, Wat Mahathat, cioè il tempio più grande di tutta Sukhothai, ornato da un chedi maggiore costruito a forma di fiore di loto chiuso. A Nord di Wat Mahathat, è collocata la statua bronzea di Re Ramkhamhaeng detto ‘il Grande’, che lo ritrae seduto sul trono sulla cui base è presente un bassorilievo che narra la sua vita.
Incastonato in un paesaggio meraviglioso, in direzione sud-est rispetto al Wat Mahathat, si trova Wat Si Sawai, strutturato con un gruppo di tre pagode attorniate da un piccolo muro di laterite (una sorta di roccia sedimentaria color mattone). Dentro il confine, la pagoda situata a sud e fabbricata in stile khmer sempre in laterite, è staccata da quella principale, costruita in stile Lopburi. La scultura dell’animale mitologico dal corpo metà drago e metà serpente fu rinvenuta proprio qui e adesso è conservata nel Museo Nazionale di Ramkhamhaeng.
Questo suggestivo tempio è collocato su una piccola isola nel bel mezzo di un grande stagno, vicino ai ruderi di un vecchio chedi in laterite e una struttura che accoglie le impronte sacre dei piedi del Buddha, edificio costruito nel 1390 da re Lithai. Durante la fiera annuale, il periodo in cui i fedeli sono soliti pregare vicino a questo mausoleo sacro, si svolge anche il cosiddetto Festival del Loi Krathong.
A circa un chilometro da Wat Mahathat c’è una struttura sacra che in antichità era circondata da un fossato. Ha la forma di un ‘mondop’ di forma quadrata (una costruzione a forma di cubo, con una piramide sulla parte alta) che è il tempio principale, al cui interno si trova una statua del Buddha costruita in mattoni e ricoperta di stucco, che porta il nome di Phra Achana. Si tratta di uno dei luoghi più suggestivi e visitati dell’intero Parco Archeologico di Sukhothai.
Questo tempio è collocato nella parte nord della strada di Charot Withithong. Nella parte centrale si trova un chedi dalla forma di campana, architettura contaminata con influssi artistici Cylonesi. Il chedi è posizionato sopra la base di forma quadrata, in tre sezioni, con una cornice arricchita da una decorazione di statue che ritraggono elefanti, tipica forma adottata in antichità.
Questo agglomerato di templi, attorniato da diversi laghi artificiali che ne nascondono la reale estensione, è un luogo affascinante, ricco di varie commistioni che ne fanno qualcosa di unico. La parte del tempio ancora accessibile si trova al di là di un ponte che solca il lago ed è composta dai ruderi di un vecchio Viharn (una sorta di sala del luogo sacro che in genere custodisce le statue di Buddha) posizionato davanti ad un enorme chedi a forma di campana. Si tratta di un paesaggio molto evocativo dal punto di vista spirituale per la sua bellezza.
Questo imponente festival, detto anche ‘Festival delle Luci’ che si tiene durante la prima notte di luna piena nel mese di novembre, si svolge proprio all’interno del Parco Archeologico di Sukhothai. Normalmente dura cinque giorni e, l’esibizione più attesa, è quella dello spettacolo di luci e suoni, incorniciata da una magnifica rappresentazione storica. Proprio nel corso della festa, si lasciano fluttuare nell’acqua del fiume, i krathong, ossia delle bellissime composizioni create con petali di loto e foglie di banano con un piccolo lume al centro che sono lasciate galleggiare sul fiume. Fuochi d’artificio, giochi tramandati dalla tradizione e spettacoli teatrali accompagnano i giorni di festa.
Il periodo più indicato per recarsi a Sukhothai è quello che va da dicembre ad aprile. Sukhothai, come del resto anche le altre città della Thailandia, ha un clima che può essere suddiviso in tre stagioni annuali: la stagione fredda, la stagione calda e quella delle piogge.
A Sukhothai la stagione secca (o fredda), dura da novembre a febbraio, il clima è mite e la temperatura si aggira intorno ai 30 gradi con poche piogge; è forse il periodo migliore per visitarla.
La stagione calda comprende i mesi di marzo e maggio. Sono i mesi più caldi dove la temperatura arriva anche vicina ai 40 gradi.
La stagione delle piogge interessa i mesi che vanno da giugno a novembre ed è forse la più scomoda in cui viaggiare anche se le piogge che si presentano sono spesso brevi e si verificano in genere nel solo pomeriggio.
Ricordiamo che l’alta stagione a Sukhothai è compresa tra i mesi di novembre e febbraio mentre la bassa stagione si svolge tra marzo ed ottobre.
Visitare Sukhothai significa calarsi in un mondo affascinante fatto di sorrisi, gentilezza e semplicità. Conscious Journeys, alla luce della propria mission dedicata al Turismo Consapevole, ha pianificato e organizzato una serie di viaggi volti ad accompagnare il turista alla scoperta dell’anima profonda della Thailandia. Colori, sapori e profumi inebrianti avvolgono una natura spettacolare punteggiata di arte e cultura mentre si scoprono abilità incredibili, mani sapienti che tessono, plasmano e pregano in silenzio. Un’oasi di pace ricca di vibrante spiritualità.
Partire alla scoperta della Thailandia e delle bellezze di Sukhothai, significa riscoprire le sue antiche radici, la sua nobiltà, la sua storia che rivive con forza nei palazzi, nei templi che si sono incredibilmente conservati durante i secoli. Ma significa anche fare esperienza del popolo che vive in questo Paese, della sua cura nella preservazione dei preziosi valori, delle tradizioni per difendere l’affascinante cultura millenaria e aiutare il visitatore a comprenderla profondamente attraverso l’esperienza della vita quotidiana in una interazione semplice ma così importante per chi proviene da un altro mondo.
Si tratta di un enorme valore culturale, spirituale e umano che noi di Conscious Journeys siamo impegnati a conservare inalterato e a farlo conoscere tramite un tipo di turismo etico che tiene conto dell’unicità di questi territori e che si impegna a sostenerli economicamente proprio con questi tour mirati.
Forse questo posto è speciale grazie alla natura che avvolge questi luoghi ammantandoli di magia, forse sono i sorrisi luminosi dei thailandesi, forse è la necessità di riappropriarci di una dimensione più vera della vita, quella parte spirituale che lasciamo sempre in un angolo e che invece costituisce un bene prezioso, a trasformare un viaggio in questi luoghi in qualcosa di magico.
E Sukhothai è davvero magica: dal suo centro nasce una luce particolare che ci invita a scoprirla, punto per punto, con occhi nuovi, per penetrare i suoi segreti e cogliere l’occasione per scoprire gli altri tesori nascosti della Thailandia.
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