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L’India del Sud: meta bramata da tanti, terra esotica e magica nell’immaginario comune, luogo vivace e colorato. Visitarla e scoprirla attraverso un tour di turismo consapevole è il modo migliore per rendere giustizia ad una terra così ricca e meravigliosa, con storia e cultura ancestrali, una vasta e deliziosa tradizione gastronomica, infiniti splendori architettonici e paesaggi naturali che vi rapiranno il cuore.
L’India del Sud sembra quasi un’altra India. Sebbene sia a tutti gli effetti parte della nazione indiana, in India del Sud si ha la sensazione che, grazie alla sua storia, alla politica più strettamente locale, grazie alla forte crescita nei settori del turismo, dell’informatica, delle industria cinematografica e automobilistica, oltre a tassi di alfabetismo (l’apice si raggiunge in Kerala), occupazione, reddito pro-capite, proporzione tra i generi e aspettativa di vita ben al di sopra della media nazionale. Quando si parla di società indiana, non si può far a meno di pensare alle caste. Sebbene non supportata dalla costituzione indiana, la divisione in caste ha ancora un’influenza notevole sulla società, soprattutto in zone rurali, dove la casta di nascita segna la posizione sociale, le prospettive lavorative e quelle matrimoniali. Come per tutte le cose, ci sono anche lati negativi da affrontare: la violenza contro le donne, l’alcolismo, il traffico, l’inquinamento e i cambiamenti climatici, la mancanza di risorse idriche, gli slum urbani. Le leggi contro la violenza sulle donne si stanno inasprendo, ma i miglioramenti sono ancora troppo lenti. Il clima ed i suoi cambiamenti sono un serio problema in India del Sud: ondate di caldo devastante, siccità e cicloni sono sempre più frequenti e violenti, causando danni gravi in tutta l’area; le isole Laccadive rischiano di scomparire a causa dell’innalzamento del livello del mare.
Subito dopo l’indipendenza del 1947, i flussi migratori si dirigevano da Sud a Nord in cerca di posti di lavoro, mentre oggi si osserva la tendenza inversa. Alcuni sostengono sia per la maggiore stabilità del governo (nonostante la corruzione) e per un sistema di caste più flessibile, aspetti che avrebbero accelerato la ripresa del Sud. Mumbai (Bombai) è ormai da tempo la potenza commerciale, industriale e finanziaria dell’India e capitale della moda e del cinema indiani. Un terzo delle automobili indiane sono prodotte a Chennai (Madras) e Goa e Kerala vantano un successo turistico indiscutibile. Inoltre, dal 1991 anche l’India ha la sua Silicon Valley: Bengaluru (Bangalore) è la sede del boom tecnologico indiano, con una fiorente industria informatica portata avanti da giovani professionisti molto preparati e che parlano inglese. Storicamente l’India del Sud ha sempre rivendicato la sua unicità, poiché essa non è stata coinvolta negli sviluppi politici delle aree settentrionali. È la culla della civiltà dravidica, dimora di dinastie ed imperi belligeranti, strettamente legata ai commerci via mare: l’India del Sud di oggi è la risultante di scontri ed incontri tra tante civiltà, ognuna delle quali ha lasciato un segno nella storia, nella cultura e nella società.
Fondamentali nella cultura indiana sono la spiritualità e il senso della famiglia. Nonostante le diverse religioni praticate (l’induismo registra una netta maggioranza con l’80% della popolazione, segue l’Islamismo con il 14%, poi Cristianesimo e Sikhismo con il 2%, infine Buddhismo all’1%), questi aspetti sono condivisi e centralissimi nella società indiana. La famiglia patriarcale è ancora la più diffusa e gli uomini sono considerati i capi famiglia, coloro che debbono fornire il sostentamento. Tre momenti particolari sono molto sentiti da tutte le comunità, indipendentemente dal credo religioso: matrimonio, nascita e morte. Il matrimonio è considerato una tappa imprescindibile della vita di ogni persona e non essere sposati una volta raggiunti i 30 anni non è cosa ben vista. Attualmente i matrimoni d’amore sono in aumento, ma quelli combinati sono ancora la maggioranza in tutte le religioni. Anche le nascite sono momenti molto importanti in India, per i quali si celebrano cerimonie speciali in precisi momenti considerati di buon auspicio, durante i primi anni di vita del bambino. Le cerimonie funebri, invece, si differenziano, poiché hindu e sikh cremano i corpi, i musulmani li seppelliscono e la minoranza zoroastriana li lascia esposti affinché vengano mangiati dagli avvoltoi. Comune è il rispetto per gli antenati, cui si porgono offerte durante le cerimonie funebri e negli anniversari della morte.
La forte Spiritualità indiana prende corpo nei tanti luoghi di culto, sempre presenti sia nelle grandi città che nei piccoli villaggi. L’induismo è la religione più praticata e una più antiche del mondo: Brahman, l’Uno, è l’origine di ogni esistenza e tutte le altre divinità non sono che sue manifestazioni. Agli uomini spetta di portare a compimento il proprio Dharma, il codice morale di comportamento, per avere un buon karma e avere una vita migliore nella reincarnazione successiva. Raggiungere la piena consapevolezza di sé può permettere di fermare il ciclo di reincarnazioni (processo chiamato Samsara) e raggiungere il Moksha, la liberazione. Centrali nell’induismo sono anche la sacralità della natura e la preghiera. La prima si esplica nella venerazione sia di alcuni animali, in particolare mucche e serpenti (soprattutto i cobra), che rappresentano la fertilità e la prosperità, sia di alcune piante, come l’albero di baniano, di mango e il fiore di loto, tutti nominati nei testi sacri. Il fiore di Loto è talmente venerato da essere diventato il fiore nazionale indiano. La preghiera ed i riti in genere hanno un ruolo imprescindibile nella vita degli induisti: quasi ogni casa ha una zona dedicata a tale scopo, dove la famiglia possa pregare la divinità scelta. Poi ci si ritrova nei templi, dove si lasciano doni e omaggi come il Prasad, il cibo benedetto, che viene condiviso. L’Islam è la seconda religione più diffusa e si ritiene che al sud sia stata introdotta dai mercanti arabi. In particolare i musulmani indiani sono per lo più sunniti, ovvero più ortodossi, e si contrappongono agli sciiti, che si affidano molto di più agli imam e alla loro interpretazione del Corano.
Altro vanto dell’India è la vasta gastronomia, una nota di colore e sapore durante il viaggio. In India del Sud i vegetariani sono moltissimi ed infatti la sua cucina spicca per l’offerta vegetariana, che vanta una varietà notevole. Che si tratti di street food o di cucina fusion contemporanea, caratteristiche base di ogni ricetta sono la freschezza degli ingredienti ed il sapiente utilizzo delle spezie, curcuma e coriandolo in testa; le tante variazioni regionali e locali aggiungono vivacità all’offerta gastronomica indiana. Probabilmente quando si parla di cucina indiana, si pensa immediatamente al riso: servito in bianco, come accompagnamento ad altri piatti, o già condito, questo alimento non manca mai sulle tavole indiane. Molto consumati anche diversi tipi di pane tradizionale (roti o chapati; paratha; naan) e il Dhal, ovvero la zuppa di legumi al curry, la cui versione più nota è quella con le lenticchie. Con la grande varietà di verdura e frutta non stupisce che la gastronomia indiana abbia accumulato negli anni infinite ricette ed ovviamente in India non mancano piatti a base di carne, pesce, latte e latticini. Anche i sottaceti, i dolci e le bevande tipiche sono assolutamente da provare. Per quel che riguarda gli alcolici, essi sono proibiti in alcuni stati del Nord, ma in India del Sud c’è più tolleranza. In linea di massima ogni ristorante può decidere di servirli o meno.
L’artigianato e le arti sono talmente antichi da avere spesso declinazione regionale o locale, con tradizioni tipiche di un singolo villaggio. Sculture in bronzo, pietra e terracotta; ceramiche; tappeti e tessuti (la produzione tessile è la principale industria indiana); gioielli; pelletteria: oggettistica in metallo; strumenti musicali; dipinti; oggetti in legno. Insomma l’offerta è davvero molto varia e fare shopping presso gli artigiani locali sarà un’esperienza incredibile. Ogni acquisto è conseguenza di una contrattazione e l’arte di contrattare prezzi e condizioni di vendita è una cosa tipicamente indiana, da svolgere sempre in toni cordiali, fino ad compromesso che faccia felici compratore e venditore. Danza, musica, pittura e letteratura hanno origini antichissime e scoprire la loro evoluzione nel tempo darà ancor più valore ad un viaggio in India del Sud, permettendo ai viaggiatori di approfondire un ulteriore aspetto della variegata cultura indiana. Assistere a spettacoli e mostre sarà un modo per ampliare le proprie conoscenze e scoprire forme d’arte differenti da quelle cui siamo abituati noi occidentali.
Ultima, ma non per importanza, l’architettura tipica locale. L’India meridionale custodisce un cospicuo e affascinante patrimonio architettonico: si passa dagli imponenti templi alle semplici case dei villaggi. Gli edifici tradizionali sono solitamente posizionati in modo scenografico nell’ambiente che li ospita, arroccati su una collina o affacciati su un lago. L’architettura odierna è anche il risultato della fusione dello stile indiano con quello dei colonizzatori europei, per cui accanto ai tradizionali templi dravidici, ai monumenti islamici e hindu possiamo trovare cattedrali e chiese, costruite dai portoghesi, dagli inglesi e dagli olandesi che qui dimorarono. D’impatto anche i tanti forti e palazzi costruiti dai sovrani e signori che si susseguirono al potere. Tipicamente in India del Sud erano costruiti su alture o colline, in modo da avere una posizione sopraelevata e assicurarsi una maggiore protezione, circondati da bastioni o fossati.
La fauna selvatica dell’India del Sud è un affascinante insieme di animali i cui antenati vagavano per l’Europa, l’Asia e l’antico supercontinente meridionale del Gondwana. Vivono in un’ampia varietà di habitat, dalle umide foreste di mangrovie alle giungle e alle vaste pianure. Esistono qui una moltitudine di animali particolari, fortuna vuole che l’elefante asiatico, una specie differente da quello più grande africano, sia venerato dagli hindu e abbia un’indole tale da essere addomesticato, altrimenti sarebbe stato cacciato e avrebbe corso seri rischi di estinzione. Sorte diversa è toccata alla famosa tigre, che per quanto sia venerata dagli hindu, dato che nella mitologia è montata da Durga, la dea che combatte i demoni, è a rischio estinzione, anche se fortunatamente leggi speciali stanno facendo crescere lentamente il numero di tigri dai 1700 esemplari del 2010 ai 2220 censiti nel 2014. L’india è molto ricca di biodiversità ma purtroppo molte specie sono a rischio, sono state calcolate come specie a rischio 92 mammiferi, 87 uccelli, 54 rettili 75 anfibi, 222 pesci e 128 invertebrati. Prima del 1972 in India vi erano solo cinque parchi nazionali. Quell’anno venne approvato il Wildlife Protection Act per favorire l’istituzione di parchi nazionali e contrastare la diminuzione della fauna. A questo provvedimento fecero seguito diverse altre leggi simili piuttosto ambiziose, ma spesso prive dei mezzi che avrebbero consentito di metterle in atto.
In India esistono oggi più di 100 parchi nazionali e 500 riserve che proteggono circa il 5% del territorio nazionale. Ci sono anche 50 zone di tutela della tigre e 18 riserve della biosfera. Molti parchi, riserve e zone protette contigue nei Ghati occidentali, una zona caratterizzata da elevata biodiversità, garantiscono alla fauna selvatica canali di migrazione sicuri. Molti parchi, riserve e zone protette incoraggiano le visite dei turisti, che con la loro presenza danno slancio agli sforzi per proteggere le risorse naturali dell’India del sud.
Conscious Journeys propone in India del Sud tour differenti tra loro, pensati per mostrare al meglio le diverse caratteristiche di questa splendida terra: Il meglio dell’India del Sud, Kerala Inesplorato, Tamil Nadu: la terra dei templi, L’essenza dell’India del Sud. Ci sono tour che si concentrano su un unico stato e tour che invece si spostano da Est ad Ovest (o viceversa), per garantire una visione quanto più ampia e pregna della cultura indiana autentica. Oltre alle attrazioni più note, ai siti archeologici e ai Patrimoni UNESCO, alle meraviglie naturali, Conscious Journeys inserisce esperienze dirette di turismo responsabile con associazioni e ONG locali, con i villaggi e con le persone del luogo, per arricchire ulteriormente il viaggio con l’aspetto umano, con l’incontro con chi quella terra la vive e la conosce davvero.
Il clima dell’India del Sud è generalmente di tipo tropicale, con la temperatura media di Gennaio che supera i 20° C, ma molto dipende dalla zona, infatti vi sono discrete differenze: nella parte nord e quella interna del sud, il monsone dura da Giugno a Ottobre, mentre lungo la costa sud-orientale, il monsone conosce il suo massimo alla fine dell’anno. Le piogge sono più abbondanti nella parte orientale. Il periodo migliore per visitare Tamil Nadu e Kerala va da Ottobre a Marzo, maggiormente per il Kerala, che da Giugno a Settembre è colpito dai monsoni, quindi per visitare solo questo Stato conviene visitarlo nel periodo del nostro Inverno, sebbene visitare il Kerala durante i monsoni sia un’esperienza fantastica. Per visitare Solo il Tamil Nadu conviene partire tra Luglio e Settembre o tra Gennaio e Marzo. A Gennaio si può vedere anche il Festival di Pongal.
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