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Khajuraho è una suddivisione dell’India che conta circa 20.000 abitanti e si trova nello stato federato di Madhya Pradesh, a poco più di 600 km a sud di Delhi. È una delle mete turistiche più famose del paese ed ha il maggior numero di templi medievali induisti e giainisti dell’India. Motivo per il quale nel 1996 l’UNESCO ha inserito Khajuraho nell’elenco dei siti Patrimonio dell’Umanità.
Dal punto di vista storico, la città fu la capitale del regno della dinastia Rajput durante il medioevo: questa parte dell’India fu sotto il loro dominio tra il X ed il XII secolo. Gli splendidi templi di Khajuraho furono costruiti nell’arco di un centinaio di anni, tra il 950 ed il 1050. Anche dopo lo spostamento della capitale a Mahoba, la città continuò a prosperare per un certo periodo.
Le mura, che presentavano ben 8 porte, ognuna abbellita con due palme dorate, proteggevano Khajuraho dagli attacchi esterni. All’interno erano stati eretti oltre 80 templi, di cui solo circa 30 si sono conservati fino ad oggi senza crollare o andare in rovina. Sorgono su un’area di circa 21 kmq ed il loro buono stato di conservazione è dovuto al fatto che Khajuraho non subì attacchi o saccheggi nel corso dei secoli. Sono esempi preziosi di architettura indiana medievale Nagara, celebri per le sculture erotiche e per le rappresentazioni dello stile di vita dell’epoca che li decorano. I templi furono riscoperti solo nel XIX secolo, quando ormai alcuni di essi erano stati ricoperti dalla vegetazione. Sono divisi in tre gruppi principali: occidentale, orientale e sud.
Il ‘tempio indiano’ non ha un’unico stile, ma sono state identificate tre categorie principali: nagara, versara e dravida. I templi di Khajuraho rientrano nella prima categoria, con le caratteristiche tipiche delle costruzioni dell’India settentrionale in quell’epoca: il termine nagara vuol dire “cittadino” e vede come elemento distintivo ed immediatamente visibile, la presenza di una guglia torreggiante (shikhara) che sovrasta la zona del tempio che custodisce l’immagine sacra.
Khajuraho è un luogo unico al mondo perchè conserva le forme più compiute ed eleganti di tutti i templi india nagara sopravvissuti fino ad oggi. La maggior parte è dedicata alle divinità induiste (come Brahma, Shiva, Visnu ed alcune forme femminili di Devi), ma alcuni anche alle divinità giainiste. Le strutture sono compatte e slanciate verso l’alto. Era frequente che al corpus centrale del tempio principale venissero aggiunti quattro santuari minori, situati ai quattro angoli.
Questi santuari fungevano anche da sostegno strutturale alla guglia del tempio principale: sviluppandosi in verticale, le molte guglie dei santuari creavano una base perfetta su cui poggiare quella centrale (shikhara). Emblematico l’esempio del tempio Kandariya Mahadeva, che conta ben 84 guglie e 116 metri di altezza. L’espediente architettonico delle guglie e dei pinnacoli, del graduale sviluppo in altezza, non solo rendono unici i templi di Khajuraho, ma richiamano anche l’immagine delle vette himalayane.
Oggi i templi di Khajuraho sono circondati da un paesaggio tipico di molti siti UNESCO, prato erboso con zone alberate, ma nel 1947, quando l’India ottenne l’indipendenza dalla Gran Bretagna, l’area era semi desertica. L’attuale parco all’inglese con prati, fiori e piante ornamentali è stato creato a scopi turistici, ma si allontana molto dal paesaggio originario della regione e dell’epoca in cui furono costruiti i templi. Non si hanno informazioni precise su come fosse il paesaggio nel X secolo, ma si sa che i templi ospitavano una grande comunità di sacerdoti e che a quei tempi i tipici giardini indiani erano composti di alberi, senza prati o fiori.
La bellezza e la perfezione delle architetture fanno di Khajuraho un luogo di grande rilievo nella storia dell’arte dell’India e le sculture che abbelliscono i templi sono considerate dei veri capolavori. Sebbene le figure erotiche costituiscano solo il 10% delle sculture che decorano i templi di Khajuraho e si trovino solo in quelli del ‘gruppo occidentale’, esse sono divenute il motivo principale della fama di questo luogo.
È da sottolineare che le sculture erotiche sono presenti solo nelle decorazioni esterne, mai all’interno dei templi e non coinvolgono mai le rappresentazioni delle divinità, ciò forse per ricordare ai fedeli che per presentarsi dinnanzi alle divinità, bisogna lasciare desideri e pulsioni all’esterno del tempio. Le divinità sono invece pure come l’atman, che non è soggetto a desideri sessuali o legati al corpo fisico. Il restante 90% delle sculture mostra divinità, uomini e donne impegnati nelle attività quotidiane ed i cambiamenti che subisce il corpo umano.
Sembra quasi che con queste sculture si sia cercato di dare un’immagine completa del mondo: tutte le sfaccettature dell’uomo e della natura, con al centro l’alta shikara a simboleggiare il divino. D’altronde fino alla conquista del Gran Mogol, i giovani vivevano in eremitaggio fino al momento in cui diventavano uomini ed essi potevano imparare gli usi del mondo studiando le sculture dei templi come questi di Khajuraho.
Si è cercato a lungo di comprendere il significato delle figure erotiche, senza però giungere ad una risposta certa. Ciò che è sicuramente deducibile dalla presenza di tali figure è che all’epoca il sesso non fosse considerato un atto disdicevole, bensì un’arte da valorizzare. Per comprendere come sesso e sacralità possano essere conciliate è necessario conoscere alcuni aspetti dell’Induismo: l’amore umano è considerato molto importante nella dottrina ed infatti il Kama, che significa sia ‘amore’ che ‘desiderio sessuale’, è uno dei tre scopi nella vita dell’uomo, assieme a Artha, il ‘benessere economico’, e Dharma, la ‘legge sacra’. D’altronde al kama è dedicata molta letteratura, tra cui il celebre Kamasutra indiano, che non è, come molti pensano, un mero manuale sessuale, ma una guida alla felicità amorosa, intesa in un contesto colto ed elegante.
Immancabile anche l’immagine femminile, simbolo di fertilità e abbondanza: i templi di Khajuraho contano più sculture femminili che di divinità e queste donne, chiamate le ‘bellezze celesti’ sembrano prendere vita, con le loro pose sinuose, le forme abbondanti, i gioielli vistosi e le varie acconciature.
È probabile che quando furono costruiti i templi di Khajuraho (attorno al X secolo), fosse già diffusa la corrente del tantrismo, che sostiene che la soddisfazione dei desideri terrestri sia un passo verso il nirvana e valorizza la sessualità umana come un utile strumento per il superamento della dualità dei sessi. Secondo tale concezione filosofica l’unione sessuale, letterale o metaforica in base alle sette, è un mezzo di evoluzione della coscienza, una forma di meditazione in cui il corpo diviene strumento salvifico.
Conscious Journeys propone L’essenza dell’india del Nord come un viaggio in India breve, ma molto ricco ed intenso. L’itinerario che dura 7 giorni e raggruppa le principali attrazioni dell’India del Nord: Delhi, Jaipur, Agra ed il Taj Mahal, può essere allungato con estensione a Khajuraho e Varanasi.
Nella capitale ci sarà l’incontro con una ONG locale che si occupa dei giovani meno fortunati della città, offrendogli vitto, alloggio ed istruzione. I ragazzi fanno le guide a Delhi per mettere alla prova le loro capacità e per garantire ai visitatori una prospettiva autentica durante il tour della città. Si visiterà anche il villaggio di Nawalgarh, che custodisce ancora alcune splendide Haveli, le ricche case dei mercanti.
Ultima tappa prima di concludere il tour nella città sacra di Varanasi sarà proprio Khajuraho con la sua vasta area templare. Questa essenza di viaggio saprà regalare un’esperienza indimenticabile, alternando luoghi celebri a luoghi nascosti ricchi di fascino e significato.
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