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Il Sikkim è un piccolo stato federato dell’India Nord-orientale, incastonato tra le montagne dell’Himalaya. Nonostante le ridotte dimensioni, il Sikkim è diviso in quattro distretti: Orientale, Occidentale, Meridionale e Settentrionale. La capitale è Gangtok, situata a 1600 m di altezza, in posizione dominante sulla valle del fiume Tista.
Il Sikkim fu uno stato principesco indipendente dal 1642, governato dai Chogyal (sovrani), fino al 1975, quando dopo un referendum popolare fu annesso all’India. Le prime notizie riguardo il regno di Sikkim risalgono all’VIII secolo e sono legate al passaggio del santo buddista Padmasambhava (anche noto come Guru Rimpoche). Sembra che il Guru introdusse il Buddismo e benedì questa terra, creando le basi per la fioritura di una monarchia nella zona.
Cartina India
Secondo la leggenda, nel XIV secolo un principe della casa di Minyak nel Kham, nel Tibet Orientale, ebbe una rivelazione divina che lo esortò a viaggiare verso sud per trovare fortuna e da lui sarebbe discesa la famiglia reale del Sikkim. Nel 1642 il quinto discendente del principe leggendario, fu consacrato primo Chogyal (re) del Sikkim. Nel 1700 il Sikkim fu invaso dal Bhutan, ma le truppe bhutanesi furono scacciate dai tibetani, che restaurarono il regno del Chogyal dieci anni dopo. Fino al 1733 il Sikkim subì invasioni e sommosse ad opera di bhutanesi e nepalesi; verso la fine del settecento fu controllato per un breve periodo dalla Cina. Durante il colonialismo britannico, il Sikkim trovò convenienza nell’alleanza con gli inglesi per sconfiggere un nemico comune: il Nepal. Riuscì infatti a riappropriarsi di alcuni territori che gli erano stati sottratti, ma poi le pretese degli inglesi aumentarono, riducendo lo stato ad un protettorato inglese. Con l’Indipendenza dell’India, il Sikkim ottenne dapprima una certa autonomia e poi nel 1955 divenne una monarchia costituzionale, con un consiglio di Stato che affiancava il Chogyal, che aveva perso potere e prestigio nel tempo. Dopo diverse sommosse popolari, il Kazi (primo ministro) del Sikkim, chiese al Parlamento Indiano la definitiva annessione all’India contro il potere del sovrano, ma dopo il risultato del referendum popolare, con il 97.5% di voti a favore, fu evidente il volere dei Sikkimesi.
Oggi il Sikkim è uno stato modello, non solo per l’India, ma per tutto il mondo, perché ha scelto la via della sostenibilità e dell’agricoltura biologica, attivandosi da anni contro l’utilizzo di plastica monouso (è infatti vietata) e pesticidi inquinanti. Questo piccolo angolo verde tra le vette dell’Himalaya ha detto addio alle sostanze che avvelenano la terra ormai da 15 anni, riscoprendo la ricchezza del proprio terreno, facendo rifiorire il turismo e la fauna selvatica. Dal 2003 i leader dello stato hanno deciso di avviare una graduale eliminazione di tutti i pesticidi dalle aziende agricole del Sikkim, azione senza precedenti ne in India ne nel resto del mondo. Una decisione rivoluzionaria, che può sembrare incredibile, dato che proprio l’uso di fertilizzanti e pesticidi permette di incrementare la produzione, rendendo un paese autosufficiente e libero dalla dipendenza dagli aiuti esteri.
L’uso indiscriminato di pesticidi negli anni ’70-’80 aveva portato ad un aumento dei casi di cancro nelle aree agricole industriali, oltre che ad un aumento dell’inquinamento di fiumi e suolo. La contaminazione delle coltivazioni e dei pesci stava crescendo e la politica ha voluto porre immediatamente rimedio alla situazione, per evitare che degenerasse ulteriormente, affidandosi all’agricoltura biologica. Una scelta coraggiosa e controcorrente che ha posto fine alle produzioni intensive, guadagnandone in sicurezza, sostenibilità e rispetto per l’ambiente.
Dopo 15 anni da questa fortunata decisione, il Sikkim sta godendo di tantissimi benefici. Circa 760 mila ettari di terra sono stati certificati come biologici e dal 1° aprile 2018 è stata vietata l’importazione di molte verdure non biologiche provenienti da altri stati. Nonostante le lamentele iniziali, i vantaggi di questa scelta hanno poi dimostrato che fosse la strada giusta da percorrere e anche il miglioramento della salute generale ne è una prova.
Il primo ministro del Sikkim, Pawan Kumar Chamling, ha fortemente creduto in questa rivoluzione, ma gli è stato chiaro fin da subito che la prima cosa da fare fosse informare, educare i coltivatori all’agricoltura biologica, per poterli rendere partecipi del cambiamento e non solo soggetti a nuove norme di legge. I benefici di tale scelta si sono visti anche nel turismo, perché il Sikkim è oggi una delle mete degli eco-tour, offrendo vacanze in fattorie e campagne. Anche l’ambiente ne ha giovato: migliorando lo stato di salute del suolo, la vegetazione è divenutata più rigogliosa ed anche la fauna selvatica è aumentata, soprattutto la popolazione di api, minacciate in tutto il mondo dai pesticidi.
Conscious Journeys propone un viaggio in questo virtuoso paese con l’itinerario Sikkim Bhutan, che ripercorre i luoghi consacrati dal Guru Pamdasambhava durante il suo viaggio dall’India al Tibet nell’VIII secolo. Questo piccolo lembo di terra ha una biodiversità ricchissima, con montagne perennemente innevate, fiumi e splendide foreste tropicali. Si visiteranno villaggi locali come Hee Bermiok, abitato prevalentemente dalla comunità Limboo, per scoprirne la vita quotidiana e le tradizioni; è un luogo perfetto anche per osservare flora e fauna locali (questa area ospita 65 specie di uccelli. Si soggiornerà proprio presso il villaggio, grazie ad un’iniziativa congiunta di diverse associazioni, per creare una fonte di sostentamento stabile per lo sviluppo dell’area.
Si scopriranno anche alcuni monasteri come quello di Pelling, il più importante centro di Buddhismo Tantrico ed uno dei più antichi del Sikkim, e quello di Khachopelri, situato vicino all’omonimo lago, considerato talmente sacro che la leggenda narra che gli uccelli non permettano neanche alle foglie di sfiorarne a superficie. Non potrebbe mancare la visita al monastero di Rumtek Dharma Chakra, il più grande del Sikkim, costruito dal 16° Karmapa, il capo del Karma Kagyu, il lignaggio più elevato della scuola Kagyu, che oggi ospita le sue spoglie e una comunità di monaci. L’ultima notte in Sikkim la si trascorrerà in cottage costruiti in modo eco-friendly nella giungla, un’esperienza a contatto con la cultura e la natura locali. Nel campo si svolgono molto progetti a supporto della fauna locale, si formano e assumono persone del luogo e c’è un piccolo centro di artigianato e prodotti tessili in bambù. Questo piccolo ma grande stato, saprà ammaliare i visitatori con la sua bellezza, la sua cultura e la sua biodiversità, offrendo uno spunto di riflessione importante sul modo di affrontare la sfida della sostenibilità, non solo a livello dei singoli, ma delle intere comunità.
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