- by Conscious Journeys
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Con i suoi decenni di storia e le sue meraviglie naturali, il parco nazionale di Bandhavgarh ha sicuramente meritato il suo inserimento nella classifica Top 10 Best Value, le migliori destinazioni scelte dalla guida Best in Travel 2020 di Lonely Planet, dove si è collocato fra i primi tre luoghi da visitare in assoluto.
Ma perché Bandhavgarh è tanto importante, e cosa può offrire ai viaggiatori che ricercano un’esperienza naturalistica ma soprattutto indimenticabile? Questo grande parco nazionale è considerato la “patria” della famosa tigre indiana, ma è soprattutto un luogo dove è possibile vivere un’esperienza intensa di contatto con la natura selvaggia e portare a casa ricordi indelebili di viaggio.
In un mondo sempre più tecnologico dove la maggior parte di noi fatica a ritrovare la sua dimensione e l’equilibro naturale con l’ambiente, la visita a un parco nazionale come quello di Bandhavgarh o di Kanha, entrambi collocati nell’area del Madhya Pradesh, può rappresentare non solo una “fuga” dalla quotidianità, ma anche un’esperienza rivitalizzante e un modo per ricollegarsi a un mondo in cui ogni essere umano affonda le sue radici più antiche, e con cui conserva, nell’interiorità, un legame inscindibile che si rivela proprio nel momento in cui si ha la possibilità di calarsi totalmente nell’ambiente selvaggio e incontaminato di questi luoghi.
Ma cerchiamo prima di tutto di capire dove si trova questo affascinante territorio, per poi dedicarci a scoprire quali meraviglie può riservare un viaggio in quest’area dell’India e come raggiungerla, affidandosi a chi sa come organizzare al meglio questo genere di escursioni e può garantire ai viaggiatori un’esperienza unica e indimenticabile.
Il Madhya Pradesh, come rivela il significato del suo nome, è uno stato al centro dell’India attraversato dalla catena collinare dei monti Vindhya, una catena collinare situata a sud della pianura del fiume Gange, la cui estensione raggiunge quasi i mille chilometri e la rende una vera e propria linea di demarcazione fra l’area settentrionale e quella meridionale del territorio indiano.
Nonostante la sua estensione, il Madhya Pradesh non è particolarmente popolato, il che lascia spazio tanto a una ricca estensione di foreste quasi vergini, che si alternano anche a pianure coltivate, quanto alla sopravvivenza di popoli tribali e di una ricca fauna che noi occidentali associamo inevitabilmente con il concetto di “giungla”.
Grazie a questa importante realtà naturalistica, il Madhya Pradesh ha potuto ospitare i due grandi parchi naturali di Bandhavgarh e di Kanha, che si contendono viaggiatori di tutto il mondo desiderosi di poter vedere da vicino templi e altri luoghi leggendari, ma anche animali e piante conosciuti solo attraverso i libri e i film d’avventura.
Il Parco Nazionale di Bandhavgarh, in particolare, deve il suo nome a un antico forte, contenente un tempio, situato su una collina a 800 metri d’altezza, ed è uno degli esempi più affascinanti della natura tipica dell’India, che spazia da alte praterie e foreste fittissime, luoghi ideali per preservare l’altrettanto ricca e diversificata fauna, offrendo la possibilità di incontrare anche animali che non è facile vedere dal vivo.
Se avete mai letto, da ragazzi, “Il libro della giungla” di Rudyard Kipling, oppure avete visto l’omonimo cartone animato o il più recente film di Jon Favreau che lo ha riproposto nel 2016 con attori in carne ed ossa calati in una splendida cornice di grafica digitale foto realistica, avete già un’idea di quali meraviglie della natura siano ospitate nel Parco Nazionale di Bandhavgarh, uno dei due parchi naturali “ritagliati” appunto nella giungla del Madhya Pradesh e da sempre meta di viaggi indimenticabili.
L’autore del famoso romanzo, pur non avendo mai visitato di persona quei territori, aveva in realtà scritto quelle bellissime storie, poi raccolte nel romanzo, per sua figlia Josephine, che perse nel 1899, quando aveva appena sei anni, per una polmonite. L’intensità di quella narrazione, che fece meritare a Kilpling il premio Nobel per la letteratura a soli 42 anni, descrive in maniera impeccabile le atmosfere dell’ambiente naturale che, per fortuna, parchi naturali come quello di Bandhavgarh e di Kanha riescono ancora oggi a preservare, ma nello stesso tempo rendere disponibile ai visitatori provenienti da ogni parte del mondo.
È, del resto, anche il modo in cui le visite a questi parti sono condotte che aiuta a rispettare e mantenere intatto l’ecosistema della flora e della fauna indiana e conservarne la preziosa biodiversità.
I “safari” che si svolgono in questi parchi, in genere due volte al giorno per aumentare le probabilità di incontrare un maggior numero di animali selvatici, sono infatti ben diversi da quelli associati all’Africa, e hanno anche un costo decisamente inferiore, il che li rende un corollario ideale per chi decide di visitare l’India alla scoperta delle sue meraviglie e nel rispetto della sua storia, della sua cultura e soprattutto della sua natura. Inoltre, le visite ai parchi si svolgono nel massimo rispetto per il prezioso ecosistema, e sono sempre condotte da personale qualificato, in genere un ranger e una guida.
Fra gli animali presenti in questi parchi nazionali indiani ci sono, appunto, quelli che ci siamo abituati ad associare alla giungla indiana in storie come quella narrata da Klipling: nella grande varietà di specie, troviamo animali come scimmie, cervi, orsi, cinghiali, sciacalli ma soprattutto lei, la tigre, il felino che forse più di ogni altro rappresenta l’India con la sua maestosità e la sua bellezza.
Non a caso i viaggiatori che visitano il Parco Nazionale di Bandhavgarh, Madhya Pradesh, hanno nel cuore soprattutto il desiderio di incontrare la famosa tigre del Bengala, che negli oltre 400 chilometri quadrati di questo territorio (il cui “cuore” è di un centinaio di chilometri quadrati) è ospite indiscussa al punto da aver fatto guadagnare al parco il titolo di “riserva per le tigri” nel 1993. Questo territorio, infatti, era un tempo la riserva di caccia del Maharaja Martand Singh di Rewa, e pare che sia proprio in quello che oggi è il Parco Nazionale di Bandhavgarh che abbia avuto origine la leggendaria tigre bianca. Fu, infatti, in questa regione dell’India, che il Maharaja di Rewa ne catturò il primo esemplare mai conosciuto, il cui corpo imbalsamato è conservato ancora oggi proprio nel suo palazzo.
Ma al di là della rarissima tigre bianca, le tigri del Madhya Pradesh non sono poi così rare (se ne contano attualmente una cinquantina), ed è proprio grazie ai safari organizzati in questi parchi nazionali che può esserci, per i viaggiatori, l’opportunità di vedere da vicino questi affascinanti felini.
I safari all’interno de parchi vengono condotti su jeep scoperte o addirittura a dorso di elefante, nel periodo che va da giugno a ottobre, per evitare la stagione dei monsoni e approfittare della ricerca di acqua che spinge spesso le tigri del Madhya Pradesh a uscire allo scoperto alla ricerca di acqua, rivelandole così ai viaggiatori che hanno scelto i parchi nazionali di Bandhavgarh o di Kanha proprio per riuscire a vedere questo maestoso felino almeno una volta nella loro vita.
La tigre del Bengala, che si è meritata anche l’appellativo di “reale” per la sua maestosità, era un tempo diffusa, oltre che in India, anche altre aree geografiche come il Nepal, la Birmania o il Pakistan, ma il numero di esemplari è andato riducendosi al punto da far temere un’estinzione della specie, e spingere così il governo indiano, dopo l’avvio dell’iniziativa battezzata Project Tiger, alla creazione di un insieme di vere e proprie “aree protette” (se ne contano 21 su una superficie di oltre 30.000 chilometri quadrati), di cui i parchi naturali di Bandhavgarh e di Kanha rappresentano sicuramente il fiore all’occhiello.
Può essere interessante sapere che le tigri, al di là del loro aspetto maestoso e in grado di incutere rispetto e sicuramente timore, hanno anche comportamenti che in genere associamo ai nostri felini domestici, per esempio marcando il territorio con l’urina, ricoprendo i loro escrementi con la terra e persino affilandosi le unghie sui tronchi degli alberi. Quest’ultima caratteristica è tipica dei maschi, che nelle competizioni per la conquista del territorio si sfidano a chi riesce a raggiungere, con gli artigli, la parte più alta del tronco per dimostrare la sua imponenza.
Anche se, come dicevamo, l’apertura ai turisti si estende di solito fra novembre e giugno per evitare il monsone, il periodo ideale per visitare il Parco Nazionale di Bandhavgarh e tentare di vedere le tigri del Madhya Pradesh è sicuramente febbraio, in quanto il caldo è meno intenso che non in altri mesi “primaverili”, e le guide (fra cui un ranger) che vi accompagnano nel safari vi condurranno vicino alle zone d’acqua proprio per aumentare le probabilità di avvistare qualche tigre.
L’aeroporto più vicino al Madhya Pradesh e ai due parchi nazionali di Bandhavgarh o di Kanha sono quelli di Khajuraho, famoso per i suoi templi tantrici e distante meno di 250 chilometri dall’area, e Jabalpur, che invece dista circa 200 chilometri. Dagli aeroporti di Khajuraho e Jabalpur è possibile raggiungere in aereo Varanasi (distante più di 300 Km), da cui partono i voli diretti per aeroporti come quelli di Agra e Delhi.
In ogni caso, con un automezzo è possibile arrivare facilmente al Parco Nazionale di Bandhavgarh partendo da città come le già citate Khajuraho, Jabalpur o Umaria, oppure da Satna e altre località circostanti.
Come in molti altri casi, la scelta ideale per raggiungere il Madhya Pradesh e visitare parchi naturali come quello di Bandhavgarh o di Kanha, ma anche per visitare altre località della zona, è di affidarsi a chi organizza da tempo e con successo questi viaggi, come Conscious Jorneys, specializzata nel “turismo consapevole” e in pacchetti di viaggio che sono prevalentemente orientati alla diversità bioculturale.
Conscious Journeys organizza, tra l’altro, uno splendido viaggio di nozze in India e nelle isole Andamane, che può essere utilizzato anche come itinerario per un viaggio privato (sono richieste minimo 2 persone) che permette ai novelli sposi di visitare luoghi leggendari dell’India come quelli descritti, fra cui la già menzionata Khajuraho, cittadina simbolo dell’erotismo tantrico indiano, ma appunto anche la giungla del Madhya Pradesh con la sua flora e fauna e, in particolare, le sue meravigliose tigri.
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