- by Conscious Journeys
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viaggiando nei canali del Kerala, terra dov’è ancora oggi viva la tradizione ayurvedica
Viaggiare stanca. Aerei, treni, fusi orari e cambi di routine costringono il corpo e la mente a modificare continuamente i propri ritmi.
Noi viaggiamo proprio per cambiare e a volte in modo drastico perché ce lo chiede la nostra intima natura, ingabbiata nella stabilità di un orizzonte cieco. Eppure, i viaggi moderni, veloci e frenetici ci catapultano lontano, ci strapazzano, ci consumano, proprio perché anche questi non sono altro che un genere di consumo.
Dietro l’angolo di questo tipo di turismo, si scorgono però nuove vie, da seguire lentamente, perché il cambiamento interiore non è andare agli antipodi del mondo, ma compiere piccoli ma costanti passi verso l’amore di sé, senza il quale è impossibile quello verso gli altri, che è la piena espressione della vita.
Ayurveda significa proprio Scienza della vita, ed è non solo la “medicina tradizionale” di un popolo che l’Occidente considera arretrato ma la tradizione viva dell’ascolto di sé, della cura non dei sintomi ma della mancanza di armonia, che ci porta lontano dal nostro cammino autentico.
La biodiversità umana dell’India risiede anche in questa antichissima pratica medica – scienza appunto – che riconosce l’essere umano come parte di un ambiente, naturale e sociale. Oggi lo chiameremmo un approccio olistico, ma a noi non interessano le definizioni, se non la qualità di ciò che abbiamo scoperto vivendo in India.
l’Ayurveda comprende anche l’uso sapiente dei massaggi
In questo mondo l’evoluzione del pensiero è stata diversa dalla nostra e così quello che ora consideriamo “alternativo” se non addirittura “New Age” non è altro che la ricerca di una via per vivere la vita in modo equilibrato, usando quel buon senso che noi abbiamo atrofizzato, spesso a causa di un senso del profitto dove la malattia è un grande affare per alcuni.
Un viaggio che ha come fine quello di fare un trattamento ayurvedico, più o meno lungo, significa sempre entrare in punta di piedi in quel mondo e lasciarsi andare alla sua saggezza, che senza essere dotata dei nostri grandiosi macchinari, ha affinato in molti secoli l’ascolto del corpo, che sapientemente ci parla di ciò che ci stanno dicendo anche le emozioni e i pensieri.
Potremmo chiamarlo turismo del benessere ma per noi è sempre uno dei tanti percorsi consapevoli che il viaggiatore può compiere per incontrare di nuovo se stesso, quel corpo-mente-spirito irretito da mille condizionamenti che l’hanno snaturato, che hanno offuscato la sua luce.
quelle che per noi sono solo spezie, nell’ayurveda diventano farmaci per l’equilibrio del corpo e della mente
Non stiamo parlando della disintossicazione a base di erbe esotiche di una, due o tre settimane. Quello che ti chiediamo, prima di intraprendere un percorso ayurvedico, è la disponibilità, è la voglia sincera di porti all’ascolto di te stesso. Perché l’ayurveda è soprattutto prevenzione e quella ti accompagnerà al tuo ritorno.
Un viaggio di questo tipo diventa allora la grande possibilità di iniziare a conoscersi meglio, per farsi carico del proprio benessere, perché in fondo il miglior medico di noi stessi, siamo noi.
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