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Prima di parlare del festival delle mongolfiere birmano, o Tazaungdaing, è importante conoscere l’affascinante terra in cui si svolge. Il Myanmar, l’attuale Birmania, è un Paese capace di infondere un senso profondo di emozione e stupore al punto da conquistare in modo indelebile chi ha la fortuna di visitarlo. Viene definito il “Paese della luce e del sorriso” grazie alla mitezza e all’amabilità della sua popolazione. La Birmania è inoltre soprannominata “Terra delle Pagode” in virtù di un numero enorme di queste splendide costruzioni disseminate su tutto il suo territorio, costruzioni che prendono anche il nome di stupa. La capitale Bagan ne è un esempio di spessore, con le migliaia di stupa e templi datati molti secoli orsono, che costellano una vasta area, estesa per diversi chilometri quadrati. Tutta l’estensione su cui sorgono i templi, la parte sacra, è caratterizzata da una ricca vegetazione e da piccoli appezzamenti coltivati. La quiete di questo paesaggio fuori dal tempo è interrotta solo dal suono delle piccole campane poste sulle pagode, mosse dal vento, che invitano ad un suggestivo momento di riflessione.
La cultura Birmana ha avuto nei secoli contaminazioni di spessore da parte del buddhismo e in larga parte anche dal popolo Mon, i creatori del sistema di scrittura birmano. Successivamente si sono concretizzate anche influenze dalle nazioni limitrofe come l’India, la Thailandia e la Cina. Più recentemente è stata la colonizzazione inglese e la progressiva occidentalizzazione della struttura sociale ad influenzare alcuni tra gli aspetti culturali fondamentali del Paese, come nel caso della lingua o del metodo di insegnamento.
Il Myanmar è famoso, oltre che per le sue meraviglie architettoniche e per la cultura millenaria, anche per il rinomato “Festival delle Mongolfiere”, denominato “Tazaungdaing”, che viene celebrato ogni anno. Questa imponente festa è un vero e proprio evento a carattere nazionale nato per celebrare la fine della stagione delle piogge. Il festival, a cui partecipano migliaia di persone, si svolge nella capitale dello stato di Shan, la città di Taunggyi, e si tiene durante il primo giorno di luna piena dell’ottavo mese del calendario birmano. Questo mese, chiamato “Tazaungmone”, corrisponde al periodo tra fine ottobre e novembre del nostro calendario, durante il quale la luna piena è più vicina alla costellazione delle Pleiadi (kattika). Tale periodo indica la fine del ‘Kathina’ (Kahtein in lingua birmana) che, nella cultura tradizionale del Buddhismo Theravada è il momento in cui anche i laici (profani non devoti) hanno la possibilità di manifestare riconoscenza ai monaci donando loro dei nuovi abiti e facendo offerte.
Ma la celebrazione del Festival delle Mongolfiere non si limita al solo giorno di luna piena. In realtà la preparazione e lo svolgimento si snodano già nei cinque giorni che precedono l’evento, arrivando così a ben sette giorni di festeggiamenti. Durante questa manifestazione si assiste al rilascio in cielo di moltissime mongolfiere colorate, a volte oltre 200, realizzate con le forme più diverse (alcune anche a forma di animale) che non mancano di entusiasmare gli spettatori. Le mongolfiere si alzano in cielo sotto la spinta dell’aria calda e, specialmente di notte con le loro luci e colori, creano un’atmosfera suggestiva impossibile da dimenticare.
Si tratta di una vera e propria competizione che prevede due modalità distinte: durante il giorno vengono rilasciate in cielo le mongolfiere realizzate a forma di animale o di creature mitologiche, mentre di notte portano in alto fuochi di artificio o petardi (chiamati Nya Mee Gyi) oppure alcuni tipi di lanterne chiamate Seinnaban.
Potete dunque immaginare l’atmosfera magica che si viene a creare tra colori, luci e musica mentre la popolazione presente all’evento festeggia tra balli e canti, specialmente la notte quando i fuochi d’artificio e le luci colorano il buio creando una magia di luce e colore. È senza dubbio un evento di forte impatto che permette di calarsi profondamente nella cultura di questo splendido Paese. Al giorno d’oggi il festival è un evento di grande portata e talmente coinvolgente per la popolazione, e viene addirittura trasmesso sui canali televisivi.
Ad arricchire l’atmosfera di festa ci sono anche ruote panoramiche illuminate, musica dal vivo sui palchi, fiumi di birra che scorrono e cibo preparato sulle bancarelle prese d’assalto dai partecipanti.
Il Festival delle Mongolfiere è una parte della più ampia popolare cerimonia buddista che prende il nome di “Festa delle Luci di Tazaungdaing” ed è probabilmente l’evento tra i più importanti in Birmania. Le radici culturali del festival risultano essere anteriori all’affermarsi del Buddhismo nel Paese e si ritiene che derivino dal festival Kattika, celebrato per onorare i pianeti guardiani nell’astrologia indù. Si pensa anche che questa competizione, a cadenza annuale, sia stata inserita nella cultura del Myanmar dagli Inglesi al momento della fase coloniale.
L’origine della competizione nel Festival delle Mongolfiere di Taunggyi risale più o meno al 1894, quando gli inglesi organizzarono per la prima volta gare di mongolfiere nella città, subito dopo l’occupazione dell’Alta Birmania.
Le mongolfiere che vengono liberate in cielo sono collegate all’intento di liberarsi dai peccati, come se queste luci che si librano in cielo portino con loro tutte le colpe sollevando ogni devoto dal peso delle azioni negative.
Innegabile la suggestione che questo festival porta ai suoi partecipanti, tanto che è considerato tra i più straordinari e suggestivi in terra birmana. Nella tradizione, le mongolfiere rilasciate in cielo sono, oltre che un’offerta dei devoti per liberarsi dai peccati, anche un tributo alla Pagoda Sulamani (un’icona espressione del paradiso nella cosmologia buddhista come dimora dei deva), o ancora un modo per scacciare gli spiriti maligni.
Tradizionalmente il Festival si conclude nel giorno di luna piena con la proclamazione dei vincitori del concorso di mongolfiere. I palloni utilizzati per le mongolfiere sono abilmente progettati e realizzati a mano, secondo la tradizione, in carta di gelso e bambù. Le mongolfiere impiegate per la competizione diurna sono più piccole e di solito hanno la forma di pagode, anatre, draghi e perfino di elefanti. Durante le competizioni notturne, le mongolfiere sono molto più grandi, decorate con splendide combinazioni di colori e sulle quali vengono sistemate candele e fuochi di artificio che esplodono nel cielo notturno. La delicata forma delle mongolfiere, liberate sia di giorno che di notte, è ottenuta grazie alla sapiente lavorazione ed intreccio dei giunchi di bambù e alla copertura realizzata in carta di gelso colorata, impreziosita dai bellissimi disegni.
Durante tutta la durata del festival, oltre al lancio delle mongolfiere, si tiene una gigantesca fiera con numerosi eventi.
Scegliere di fare un viaggio in questa terra suggestiva, visitare le innumerevoli pagode e partecipare ad un evento come il Festival delle Mongolfiere sarà una grande opportunità per apprezzare l’indole gioiosa della popolazione birmana che saprà trasmettere la sua spiritualità e la sua cultura secolare mentre partecipa a questa celebrazione così suggestiva.
In occasione del Festival delle Mongolfiere in tutto il paese si verifica anche una competizione per la tessitura di abiti speciali di un colore giallo ocra, chiamate matho thingan destinati ai monaci, e nello specifico nella Pagoda Shwedagon di Yangon. Durante questa competizione, che dura per due notti consecutive (la notte precedente e quella di luna piena), i concorrenti lavorano senza sosta dalla notte all’alba per tessere questi indumenti.
La tradizione rievoca e celebra un aneddoto molto conosciuto della vita del Buddha: nel momento in cui la madre del Buddha, Maya (che era risorta nel paradiso Tavatimsa), si rese conto che il figlio si stava incamminando sulla via della rinuncia alla sua origine regale, si dedicò per tutta la notte a tessere per lui il tradizionale abito monacale di colore giallo. Narra la leggenda che la sorella di Maya, e zia del Buddha, Gotami, si fece poi carico di questa tradizione continuandola nel tempo e offrendo nuovi abiti ogni anno. Per commemorare questa tradizione, dunque, in tutto il Paese si tengono gare di tessitura destinate a creare stoffe per gli abiti dei monaci e i concorrenti lavorano alacremente per onorare la tradizione. L’usanza infatti richiede che vi sia l’offerta delle vesti Khatin ai monaci buddisti per sostituire gli abiti sporchi che hanno indossato durante tutta la stagione delle piogge. Questa cerimonia di offerta ha inizio il primo giorno di luna calante di Thadingyut (che corrisponde alla fine della quaresima buddista) e continua fino alla notte di luna piena di Tazaungmone.
Anche la donazione dell’elemosina e la carità, sia religiosa che secolare, sono comunemente intraprese durante il Festival delle Mongolfiere, come mezzo per elevare questa virtù. Ciò vale anche per le feste satuditha, celebrazioni tradizionali birmane legate al merito e molto rilevanti per la cultura locale, che in questo modo rafforza l’importanza della generosità e dell’elemosina come norma culturale.
Un’altra tradizione è quella in cui alcuni fedeli tornano a casa per rendere omaggio agli anziani (gadaw) e visitare le pagode. Molti concerti, eventi ed altre festività di tipo secolare, come esibizioni dal vivo di drammi tradizionali, ad esempio lo Yama Zatdaw, si tengono anche nell’intervallo di tempo che va dal Thadingyut e il Tazaungdaing.
Nella cultura tradizionale del Myanmar, nel corso del giorno di luna piena di Tazaungmon, tutti i componenti della famiglia sono soliti raccogliere dei boccioli di fiori di Cassia per condirli in insalata (piatto che prende il nome di mezali phu thoke) una pietanza molto popolare nell’ambito della festa, spesso utilizzata come offerta e a volte viene proposta anche in veste di zuppa. Si crede infatti che le gemme di ‘mezali’ abbiano incredibili benefici curativi che apportano il loro massimo dono proprio durante la notte di luna piena di Tazaungdaing, quindi le famiglie preparano questo particolare tipo di insalata da gustare al rintocco della mezzanotte sotto l’influsso della più grande luna piena dell’anno.
Nella notte del Festival i più giovani ricordano e celebrano un’usanza particolare denominata kyimano pwe, che letteralmente significa “Non svegliare i corvi”, compiendo dei piccoli dispetti nei confronti dei vicini di casa, a volte rubando cose di poco conto, o giocando loro dei piccoli scherzi.
Dal momento che Tauggyi è dotata di poche strutture ricettive per i turisti stranieri, la maggior parte degli hotel in città sono praticamente occupati da turisti birmani provenienti da altre parti del Paese e dalla popolazione del posto. Di conseguenza la maggior parte dei viaggiatori stranieri soggiorna nelle vicinanze del Lago Inle recandosi in città per partecipare al Festival per poi far ritorno la sera a Nyaung Shwe. Tuttavia, per poter assistere all’intero festival è consigliabile restare a Taunggyi almeno per un paio di giorni. Il suggerimento, quindi è quello di organizzare il vostro viaggio tenendo conto di questa particolare necessità logistica.
Vedrete che questa scelta si rivelerà una fantastica opportunità di fare un’esperienza unica, irripetibile che vi donerà un’emozione profonda, nascosta tra le pieghe della cultura millenaria di questo Paese meraviglioso.
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