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Il Maha Shivaratri è una festività indù che cade solitamente tra febbraio e marzo ed è in onore di Shiva. Significa ‘grande notte di Shiva’ e segna la convergenza tra il dio maschile e il suo opposto, la dea Shakti, che è la personificazione dell’energia divina. La festività è celebrata durante tutto l’anno, ad ogni luna nuova, ma tra i 12 Shivaratris annuali, questo è di sicuro il più importante ed è anche una delle maggiori festività indiane ed induiste. Il Maha Shivaratri si celebra nella notte che precede il giorno di luna nuova tra febbraio e marzo, che coincide con il mese di Phalguna nel sistema astrologico indiano, precisamente con il giorno di Krishna Paksha Chaturdashi. In India, il giorno che precede la festa, ogni persona osserva un rigoroso digiuno e si immerge nelle acque sacre come rito propiziatorio, mentre la notte viene trascorsa vegliando e pregando, adorando il Lingam, simbolo fallico con cui è raffigurato il dio Shiva: la tradizione vuole che ogni tre ore venga bagnato con urina, sterco, latte, burro e latte acido che sono le cinque sacre offerte delle vacche. Così facendo, il dio libererà i peccatori dai loro peccati. Durante la notte si intona il mantra sacro di Shiva ‘Om Namah Shivaya’ e si fanno offerte di fiori, frutta e dolci alla divinità. Anche la giornata della festività viene trascorsa digiunando, facendo Yoga e meditando; inoltre molti fedeli si infliggono delle penitenze per purificarsi dai peccati. Pare che la festività abbia origini antiche e che resoconti e cronache compaiano già in testi medievali. Le sue origini ed il suo significato si confondono tra storia e mito ed infatti ci sono diverse leggende che spiegano il significato del Maha Shivaratri: una leggenda dello Shivaismo (corrente interna dell’Induismo) narra che questa è la notte in cui Shiva compie la sua danza celeste di creazione, conservazione e distruzione. Cantando degli inni e leggendo le scritture di Shiva, i devoti si uniscono a questa danza cosmica e riaffermano la presenza di Shiva in tutto il creato. Secondo un’altra leggenda, questa è la notte in cui Shiva e la dea Parvati si sono sposati, dunque la festa celebrerebbe questa sacra unione. Una leggenda ancora diversa afferma che l’offerta di icone di Shiva, come il Lingam, sia un’occasione annuale per liberarsi, se necessario, dai peccati del passato, per ricominciare su un sentiero virtuoso e raggiungere così il Monte Kailasha e la liberazione. La leggenda forse più popolare racconta che nel giorno del Maha Shivaratri, dei e demoni si unirono per estrarre dall’oceano l’Amrita, il nettare dell’immortalità, ma ne uscì un piatto di Halahala, un veleno in grado di distruggere l’universo. I Deva e gli Ashuras non potevano gestire questo veleno così potente e chiesero aiuto a Brahma, che si rivolse a Vishnu: quest’ultimo dichiarò che solo Shiva avrebbe potuto digerire il veleno eliminandone l’effetto distruttivo. Fu così che Shiva bevve l’Halahala ma il veleno era così potente che il collo diventò blu: ecco perché la divinità viene rappresentata col collo blu.
La città di Varanasi, nota anche come Benares o Kashi, è la più antica città sacra esistente del mondo, nella tradizione vedica essa è il ventre di Shiva, il dio che crea e distrugge. Ne consegue che proprio qui la festa sia molto sentita ed abbia un’importanza particolare. I sacri Ghat, le scalinate che discendono al Gange, si affollano di pellegrini e fedeli da tutta l’India e di Sadhu, i mistici che hanno rinunciato a qualsiasi aspetto esteriore nella loro vita. Quando il sole tramonta, uno speciale rituale Aarti viene condotto dai bramini, gli officianti ruotano i bracieri fiammeggianti e sul fiume scivolano migliaia di lumi adagiati su foglie, offerte per la dea Ganga. La carica spirituale della città è talmente grande che i fedeli credono che morire qui consenta di raggiungere direttamente il regno dei cieli, liberandosi dal ciclo delle rinascite, e per questo molti di loro si recano a Varanasi per trascorrervi gli ultimi giorni di vita. Tale potenza mistica è quasi tangibile durante la celebrazione del Maha Shivaratri: per la vigilia della festività migliaia di giovani partecipano ad una corsa su un circuito sacro di 88 km a forma di arco, i cui apici sono sulle rive del fiume Gange. Le principali stazioni del circuito corrispondono ai 5 templi più importanti (Kardamesvara, Bhimachandi, Ramesvara, Sivapur e Kapiladhara) e qui vengono ricoperte le immagini sacre con frutti di datura, foglie di bilva e ghirlande di erba kusha. La corsa poi si trasforma in una immensa processione, che percorre la città vecchia fino a giungere al Ghat principale e qui si assiste al culmine della celebrazione, tra rulli di tamburi, danze in costume e bevute di bhang (tipica bevanda alla cannabis).
Il prossimo Maha Shivaratri sarà celebrato martedì 13 febbraio 2018 e per l’occasione Conscious Journeys organizza un viaggio di gruppo con l’itinerario Il sacro Gange, che vi condurrà in molte città importanti, tra cui la sacra città di Varanasi e Calcutta. Oltre a scoprire questa fondamentale festività indù, potrete incontrare le comunità Baul e Santhal a Shantiniketan e visitare la cooperativa Silence, partner di Altromercato, a Calcutta.
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