- by Conscious Journeys
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Wat Arun o il Tempio dell’Alba, è un maestoso complesso di templi situato a Bangkok, precisamente nel distretto di Thonburi, sulla sponda destra del fiume Chao Phraya, che divide la città.
Il nome completo è Wat Arunratchawararam Ratchaworamahavihara, ma per chi non avesse confidenza con il tailandese potrebbe risultare difficile da pronunciare. Il suo soprannome Tempio dell’Alba è dovuto ai meravigliosi e suggestivi giochi di luce che si creano al mattino, quando i primi raggi di sole colpiscono il tempio.
È sicuramente una delle cose da vedere a Bangkok, forse uno dei più bei templi buddisti della città. Wat Arun non era, però, il nome originario. Il tempio risale al regno di Ayutthaya (1351-1767) ed allora fu battezzato Wat Makok, ovvero Tempio dei Frutti; nell’era successiva, quando la capitale era proprio Thonburi, il sovrano Taksin cambiò il nome in Wat Chaeng e lo scelse come cappella reale, ordinando la costruzione del palazzo reale Wang Derm di fianco ad esso, e come luogo in cui conservare la sacra statua del Buddha di Smeraldo, emblema della monarchia siamese.
La statua fu poi spostata a Bangkok, nel tempio Wat Phra Kaew, quando anche la capitale passò da Thonburi a Bangkok nel 1784. Successivamente re Rama II cambiò di nuovo il nome in Wat Arunratchatharam, ristabilì la sua funzione di tempio e volle dei lavori per innalzare il Prang (guglia) centrale (i lavori terminarono sotto il regno di Rama III). Il nome definitivo di Wat Arunratchawararam arrivò con Rama IV. Recentemente, tra il 2013 e il 2017, sono stati eseguiti dei lavori di ristrutturazione per sostituire i pavimenti e rifare gli intonaci.
La parola Wat è comunemente utilizzata per chiamare un tempio buddhista in Asia, molto utilizzato in Cambogia, Thailandia e Laos. La parola “Wat” significa proprio “il luogo dove è costruito il tempio”.
Più precisamente un Wat è un’area delimitata al cui interno sorgono edifici sacri del buddhismo Theravāda, con un tempio principale, gli alloggi per i monaci e magari una scuola per giovani buddhisti. In teoria, per definirsi Wat un tempio buddista devono viverci almeno tre monaci, altrimenti queste strutture non hanno le credenziali per definirsi un Wat, ma in pratica vengono definiti tali anche i siti archeologici degli antichi templi, come ad esempio quello in Cambogia di Angkor Wat, che significa “la città dei templi”.
In Thailandia ed in Laos i templi cinesi, sia quelli buddhisti che quelli taoisti, vengono chiamati Wat Ciin (tempio cinese), quelli induisti Wat Khèek e le chiese cristiane Wat Kris o Wat Krit (tempio cristiano) o Wat farang (tempio dei forestieri occidentali).
Come da tradizione, l’architettura del complesso del Wat Arun prevede più edifici; inoltre, gli ampliamenti avvenuti nel tempo, hanno portato alla compresenza di stili diversi.
La struttura più notevole del Wat Arun è sicuramente il Prang centrale, che oggi misura ben 81 m di altezza, rispetto ai 16 di quando fu costruito ed ha una base circolare di 234 metri di diametro, sui cui si erge un edificio a base quadrata.
Si tratta di una guglia istoriata, in stile khmer, costruita con mattoni stuccati e decorata con frammenti colorati di fine porcellana cinese. Ognuno dei 4 lati della struttura, possiede una ripida scalinata che porta alle due terrazze che si sviluppano intorno alla torre.
La terrazza inferiore ospita delle cariatidi raffiguranti le Yaksa (spiriti che abitano la natura), le divinità protettrici, delle scene di vita di Buddha e delle statue dei Kinnara, metà uomini e metà uccelli, creature mitologiche comuni a Buddhismo e Induismo.
Le cariatidi della terrazza superiore, invece, raffigurano scimmie (richiamo al poema epico siamese Ramakien) ed altri Kinnara. Ancora più in alto troviamo 4 nicchie con statue del dio guerriero indù Indra, la più grande divinità Deva, che cavalca Erawan, il mitologico pachiderma a tre teste. Sulla sommità del Prang troneggia una sorta di tridente, ma ampliato, poiché ha ben sette punte.
In corrispondenza dei 4 angoli del Prang centrale furono eretti altrettanti Prang minori, anch’essi finemente decorati, con frammenti di conchiglie e porcellana. Questo stile colorato e sgargiante era molto in voga ai tempi di Rama III. Le nicchie dei Prang minori ospitano una raffigurazione di Phra Phra a cavallo, il dio dei venti e recano anch’essi sulla sommità l’insolito “tridente”.
Il Wat Arun comprende anche diversi templi, di cui il principale è il Phra Ubosot, la Sala dell’Ordinazione, edificio che risale al XIX secolo. La leggenda vuole che la statua di Buddha che si trova in questo tempio, sia stata creata da re Rama II in persona. Le ceneri del sovrano sono state seppellite proprio ai piedi del Buddha.
L’ingresso del tempio è sorvegliato da due enormi Yak di pietra, mitologici spiriti protettori, abbelliti con ceramiche, stucchi e colori vivaci. Le pareti interne sono ricche di affreschi che ritraggono scene di vita di Buddha e delle sue incarnazioni. Nel chiostro che si sviluppa attorno al padiglione, c’è una lunga fila di state di Buddha nella posizione Bhumisparsamudra: le gambe sono incrociate, la mano destra è appoggiata sul ginocchio corrispondente, palmo verso il basso e dita che sfiorano la terra; la mano sinistra, invece, è sulle gambe, davanti al pube e con il palmo rivolto verso l’alto.
Prima di questa, fungeva da Sala dell’Ordinazione del Wat Arun un tempio minore, chiamato Bot Noi, costruito ai tempi di Thonburi e luogo di meditazione prediletto di re Taksin, per il quale era stato inserito un letto in teak, conservato qui ancora oggi. Un altro tempio minore è il Vihan Noi, risalente al periodo di Ayutthaya. Alle spalle di questi due edifici sorge il campanile in stile cinese.
Ad ovest rispetto al Prang centrale, si trova il Vihan principale, anche’esso costruito sotto re Taksin e prima dimora del Buddha di Smeraldo. Oggi custodisce due sacre statue di Buddha. Altri edifici di rilievo del Wat Arun sono i 6 padiglioni in granito verde, costruiti in stile cinese e aperti sui lati, che fungono da attracchi per le imbarcazioni che arrivano dal fiume. Rama III fece costruire il Mondop, un tempio aperto sui 4 lati e provvisto di un colonnato, anch’esso decorato con cocci di porcellana colorata. Qui è esposta anche una miniatura dell’impronta di Buddha.
A detta di molti, il Wat Arun è il più bel tempio Bangkok, non solo per le architetture, ma anche per l’atmosfera calma e mistica che avvolge l’intero complesso. È sicuramente una delle esperienze immancabili durante un viaggio in Thailandia. La vista dall’alto del Prang maggiore è indescrivibile e consente di ammirare tutta Bangkok; passeggiare tra i templi e ammirare le fini decorazioni in porcellana è molto suggestivo e ciò rende il Wat Arun uno dei luoghi più affascinanti della capitale thailandese.
Nonostante sia un luogo turistico, sono molti i fedeli che si recano quotidianamente al Wat Arun, perché riesce a conservare la sua sacralità e quell’atmosfera senza tempo, che concilia la meditazione e rimanda un certo senso di pace e serenità.
Conscious Journeys inserisce una tappa al complesso del Wat Arun nei tour Alla scoperta della Thailandia: spiritualità, foreste e tribù, I tesori nascosti dell Thailandia e Thailandia e l’isola di Koh Lipe o Koh Tao.
I tre tour vi porteranno anche in altri templi Bangkok e in altre città thailandesi, per dare ai viaggiatori una visione d’insieme dall’antica cultura siamese e della moderna Thailandia.
Templi, villaggi e incontri con le persone del luogo daranno vita ad un viaggio ricco e indimenticabile.
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