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Tra le tante città affascinanti che costellano l’India, Pushkar è forse tra le più particolari e non potrebbe mai mancare in un viaggio in India del Nord.
Pushkar è una delle suddivisioni dell’India, situata nel distretto di Ajmer, nello stato federale del Rajasthan. Si trova a metà strada tra Jaipur (145 km) e Jodhpur (186 km) raggiungibili rispettivamente in due ore e mezza e tre ore e mezza di auto. Annoverata tra le città più antiche dell’India, anche se ancora oggi non si conosce la data della sua edificazione.
Secondo la tradizione, la città di Pushkar è nata dopo una battaglia tra il Signore Brahma, il dio a capo del Pantheon induista, e un demone di nome Vajra Nabh. Dopo che il demone fu ucciso da Brahma con l’aiuto di un fiore di loto, tre petali caddero dal fiore ed una volta posatisi a terra, diedero vita ai tre laghi di Pushkar. Tale leggenda è stata tramandata in diverse versioni, alcune narrano che furono, non dei petali, ma le lacrime di Brahma ad originare i laghi. Ne consegue che Pushkar è ritenuta una delle città più sacre dell’India ed ospita anche uno dei pochissimi templi al mondo dedicati a Brahma. Ciò rende la città una tappa spirituale obbligata per gli induisti, che vi si recano almeno una volta nella vita.
Pushkar possiede centinaia di templi, santuari, altarini, ma il luogo più importante, assieme al tempio dedicato a Brahma, è proprio il lago centrale. Sono decine le ghat (scalinate) di pietra bianca che partono dalle strade e scendono alle acque del lago, così da permettere ai fedeli di fare la puja, o bagno rituale. Sulle rive del lago l’intensa spiritualità si avverte nell’aria, avvolge anche i turisti e li immerge nella cultura locale. Lo spettacolo cui si assiste è straordinario: i sari variopinti dei fedeli, la luce del sole che si riflette sulle scalinate bianche, i colori delle case che si riflettono nel lago. Sembra quasi che la protagonista sia la luce stessa, impegnata in un gioco sacro con le acque del lago. Si viene sopraffatti da tanta bellezza e non si può fare altro che ammirare quel bagliore, che sia offuscato dal cielo plumbeo, che sia accecante con il sole di mezzogiorno o che sia rosso per il tramonto.
È anche considerata la città dei riti. Qui c’è un rito per ogni cosa, quelli religiosi nei templi, quelli sugli altarini improvvisati ai bordi delle strade, quelli per la compravendita dei cammelli. Ma la forma rituale più largamente diffusa è di certo quella che riguarda l’alimentazione. Pushkar è una città vegetariana, in senso assoluto. Entro i limiti della città non è consentito introdurre, vendere, acquistare o consumare carne di alcun genere. All’ingresso in città si deve passare una sbarra e dichiarare di non portare con sé carne, alcol o droghe, tutti prodotti proibiti a Pushkar. E sebbene sia possibile trovare droghe e alcol di contrabbando e talvolta vengano offerti ai turisti, per la carne la città sembra essere assolutamente intransigente.
L’evento che attira il maggior numero di persone (turisti e fedeli) a Pushkar è senza dubbio la Pushkar Camel Fair, che si svolge di solito a Novembre e che trasforma la città in una delle fiere di cammelli e bestiame più grandi del mondo. Ovviamente qui non ci sono comunicazioni ufficiali, siti web o giornali che indichino le date di inizio e fine della fiera o i programmi giornalieri, eppure nei villaggi del deserto del Thar, cammellieri e pastori sanno, grazie ad un’atavica conoscenza tramandata di padre in figlio, che otto giorni prima del plenilunio del mese di Kartica (più o meno il nostro Novembre) la grande fiera di Pushkar avrà inizio. È un’occasione preziosa per vendere il bestiame per cui si è lavorato tutto l’anno e dunque dai villaggi i pastori si mettono in marcia per attraversare le dune del deserto e giungere in tempo per l’inizio della Pushkar Camel Fair. Queste marce possono durare anche più di un mese. Infatti, una parte dello spettacolo della fiera è avvistare i cammellieri che emergono in lontananza dal deserto, con le loro mandrie di cammelli e cavalli al seguito. Il deserto attorno alla città di Pushkar diviene, per alcuni giorni, teatro di trattative interminabili per l’acquisto di cammelli, cavalli o capre. Ma oltre ad occasioni di guadagno, la fiera offre anche molti svaghi: spettacoli di magia, di danza, e teatrali si mescolano ai venditori di qualsiasi tipo di mercanzia che allestiscono bancarelle nella pianura desertica. La luci dei campi allestiti sembrano riflettere la luce delle stelle e falò, canti e feste celebrano la chiusura dei mercati. Il fascino della Pushkar Camel Fair sta anche nella fusione di sacro e profano. Da un lato le trattative commerciali, dall’altro cerimonie e processioni in onore di Brahma. I pastori ed i cammellieri si recano a Pushkar per vendere il loro bestiame e probabilmente dal ricavato dipenderà la loro sussistenza per l’anno seguente; ma vengono anche per pregare sulle rive del lago di Pushkar, secondo luogo sacro dopo Varanasi per gli Induisti. Inoltre, al termine della fiera ha inizio la Mela, la festa religiosa. Pushkar si riempie di bazar e tutti in città festeggiano pregando. Questo è il momento in cui si stringono alleanze, si progettano matrimoni. La festa religiosa culmina nell’ultimo giorno, quello del Kartik Poormina (la notte del plenilunio), in cui la tradizione prevede che i fedeli compiano ripetuti peripli attorno al sacro lago di Pushkar.
Nonostante la Pushkar Camel fair sia diventata un evento gettonato dal turismo, riesce a conservare tutte le caratteristiche veraci della fiera delle origini. Di certo si trovano tanti ambulanti che cercano di vendere mercanzia di ogni tipo, i prezzi degli alberghi sono raddoppiati e trovare una sistemazione nei giorni della fiera non è facile, ma l’atmosfera frizzante e caotica è parte del fascino di questo evento unico nel suo genere.
Conscious Journeys vi conduce alla scoperta di questa città sacra dell’India del Nord durante l’itinerario Rajasthan Rurale.
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